Mafia, Abruzzo al 13° posto. Più forte la presenza della camorra

TERAMO – L’Abruzzo, con un indice pari a 0,74, si posiziona al 13° posto della classifica nazionale per presenza mafiosa. Sul podio ci sono Campania, Calabria e Sicilia, rispettivamente con 61,21, 41,76, 31,80. E’ quanto emerge dal rapporto "Gli investimenti delle mafie" realizzato dal centro di ricerca Transcrime dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per il Ministero dell’Interno e presentato oggi a Milano. L’Abruzzo, rileva l’indagine, è una di quelle regioni, al di fuori dei territori a tradizionale presenza mafiosa, in cui si registra la rilevante presenza di un solo tipo di organizzazione, ovvero la Camorra, pari all’80,6% del totale. Seguono Cosa Nostra (8,9%), Ndrangheta (6,1%) e Sacra Corona Unita 4,5%. Analizzando le mappe presenti nel rapporto si evince che in Abruzzo vi sono alcune delle poche ‘isole felici’ presenti in Italia, ovvero alcune aree delle province di Pescara e Chieti in cui la presenza delle mafie è nulla. Le attività illegali, in Abruzzo, registrano ricavi medi pari a 524 milioni di euro: spiccano lo sfruttamento sessuale, che va da un minimo di 47 ad un massimo di 212 milioni di euro, e le droghe (minimo 93 milioni, massimo 195 milioni). In particolare, i ricavi illegali della Camorra vanno da un minimo di 82 ad un massimo di 130 milioni di euro. Il volume d’affari del gioco d’azzardo si attesta tra i due e i tre milioni di euro. Rilevante anche il fenomeno dell’usura, con 9.790 famiglie coinvolte nel 2010 e ricavi annui pari a 72 milioni di euro. Il rischio di presenza delle mafie in Abruzzo, generalmente basso nelle diverse aree della regione – si evince ancora dal rapporto -, diventa medio in alcune aree dell’Aquilano e del Teramano. Il rischio di infiltrazioni mafiose nell’economia ed in particolare nel settore delle costruzioni è medio-alto in tutta la regione.